Essere madre & sognare in grande

Ho sempre desiderato diventare madre. A 15/16 anni già pensavo a come sarebbe stato costruire, un giorno, una famiglia; non è una necessità che ho maturato all’improvviso e neanche perché la società me lo ha chiesto. Mio figlio mi ha cambiata, mi ha dato la spinta per crescere, non nascondere più chi sono e non rinunciare ai miei sogni. Potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è. Sto cercando, a mia volta, di trasmettergli l’importanza di dare voce ai propri desideri ed emozioni. Credo che faccia comodo, ad alcuni, percepire la maternità come un limite, in un periodo storico in cui si vuole promuovere la cultura della trasgressione a tutti i costi, in cui alcune persone hanno un ego ipertrofico e sono vincolate unicamente alle proprie ambizioni di singoli, senza considerare i bisogni della comunità. La maternità non è un limite per le madri, ma per chi non capisce che, nel 2021, non dovrebbe esistere dover fare una scelta tra famiglia e lavoro. Nel 2021 dovrebbero esserci nidi aziendali, flessibilità oraria, supporto economico per chi assume le donne, comprensione ed empatia, parità di salario e di opportunità, in tutta Italia e nel mondo. Ho, al tempo stesso, grande rispetto per le donne che hanno scelto di non diventare madre, perché una madre non è solo quella che partorisce. Queste donne sanno ugualmente donare molto amore, come amiche o come zie. Ciò che sei non ti definisce. Impari da ciò che sei, ma non è il tuo status a renderti una persona migliore. Non ho rinunciato a nulla per mio figlio, ho rinunciato a delle cose che non mi sono pesate, perché il suo amore, per me, non ha prezzo. I miei genitori mi hanno cresciuta da soli, senza avere i nonni vicini. Credo, al contrario, che la mia generazione possa ritenersi molto fortunata ad avere nonni presenti e padri innamorati che puliscono sederini, fanno il bagnetto, leggono storie. Uomo e donna crescono operando in un senso comune, non nella contrapposizione, e quando un datore di lavoro o un compagno comprende le esigenze di una donna non ha fatto un gesto solo nei confronti di quella donna, ma della società.

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