Ho fatto pace con la malinconia

Quanto ci condizionano gli altri? Quanto ci lasciamo condizionare? Sto raggiungendo un equilibrio frutto di un lungo percorso, duro, basato anche sulla selezione. Gli attimi della vita sono fugaci e, al tempo stesso, talmente importanti che non possiamo farci contaminare dalle energie negative. Penso di avere passato una parte della mia vita a cercare di essere amata per quello che sono dagli altri, al di là delle quattro mura che hanno sempre costituito il mio porto sicuro. È stata la base di errori di valutazione di chi avevo di fronte e tante cadute; mi sono fatta condizionare eccessivamente, come tanti, dal giudizio spietato di opportunisti e invidiosi. Ho avuto per troppo tempo il bisogno di dimostrare che sapevo fare qualcosa sperando sarebbe bastato per ottenere un risultato favorevole, ma, nella gran parte dei casi, non è stato così. Adesso mi sento molto più libera e leggera, ho smesso di compiacere gli altri, non temo i ricatti: la vita è una ruota. Non pietisco e non chiedo nulla; propongo, mi confronto e poi vada come vada; non perdo la stima in chi sono, la fiducia in ciò che sono in grado di fare, anche in assenza di riscontro. Prima mi arrabbiavo per un sistema all’apparenza antimeritocratico, mi logoravo il fegato. I mulini a vento non li cambi, è una perdita di energia; puoi solo cercare di migliorare te stesso. Ho fatto pace con la mia malinconia, fa parte di me; riesco perfino ad amarla perché mi aiuta a connettermi con le cose, a scrivere e leggere lo stato d’animo delle persone. Arriverò a raggiungere i miei sogni: ognuno di noi è destinato a trovare il proprio posto nel mondo.

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