La lunga strada per amarsi

Ho aspettato per anni il mio turno in mezzo a decine di porte che si aprivano, tante occasioni per gli altri e sogni che rimanevano dentro di me. Anni a lottare con educazione per il mio posto nel mondo, per seguire i miei obiettivi con fatica ed estremo impegno, senza mai ricorrere a scorciatoie. Rigida e rigorosa, fin troppo, nella mia volontà di arrivare ai risultati con le mie gambe. Con le parole di rito: “Sei brava, sei educata…”. Ben presto ho capito che a suscitare attenzione e apprezzamento era chi divideva, chi creava polemica, chi accentrava l’attenzione su di sé, non i “bravi, educati, che si preparano e si impegnano” (cit.). Ho vissuto fasi di crisi interiore, mi sono chiesta se fossi adeguata alla mia società e al mio tempo, forse perché, erroneamente, attendiamo sempre siano gli altri che investano e credano in noi. C’è sempre stato quel “ma…” a frenare entusiasmo, idee, creatività, a spingermi verso altri lidi dove ho, finalmente, ricevuto quella fiducia e autonomia che agevola importanti passi di crescita. Dicono che i NO e le delusioni rendano freddi e stravolgano chi sei, io dico ai ragazzi che mi leggono di restare persone libere, con un proprio pensiero, anche quando non conviene. Liberi, senza seguire la corrente. Liberi di essere chi siamo. Liberi dal giudizio altrui che resta soggettivo. Liberi di essere educati in un mondo di leoni da tastiera. Liberi di essere moderati in un mondo di haters. Liberi di non vivere per i followers, ma per ciò in cui si crede. C’è ancora una parte bellissima di mondo ed è quella che non ha bisogno di sminuire gli altri per elevare se stessa.

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