Nel mondo che mi aspetto (poesia)

In questi giorni la domanda su cosa farò quando si potrà uscire di casa ha lasciato il posto alla domanda: il mondo riuscirà ad essere quello che mi aspetto? A cambiare davvero? Riusciremo a rispettare i nostri morti e le persone in prima fila per tutelarci apportando un reale cambiamento? Ci sono persone che riescono a sostenere meglio di altre la crisi perché sono state abituate, negli anni, ad essere messe in discussione e, soprattutto, a mettersi costantemente in discussione fino ad arrivare a pensare erroneamente di non essere abbastanza, non per mancanza di professionalità, studio o competenze, ma perché viviamo in un mondo che, tendenzialmente, predilige i paraculo. Per quelle persone la “crisi” è qualcosa di fisiologico, a cui sono quasi abituate. Credo sia giunto il tempo di valorizzare queste persone, che hanno entusiasmo e dei principi se vogliamo cercare di cambiare un po’ il mondo, non solo a parole.

Questa Pasqua mi fa avvertire la vicinanza di persone che non posso più toccare ma che hanno sempre amato la vita e lottato per il cambiamento. Non li vedo ma li sento vicini.
Ilenia, Luigi, Paola…i nonni.
Le persone non sono il loro status, la loro bellezza e neppure i loro soldi.
Sono l’emozione che lasciano.
A loro dedico questa poesia scritta qualche giorno fa.

Che la Pasqua sia l’inizio della rinascita per ognuno di noi.

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