Come l’orchidea nel cemento: l’articolo sul Messaggero Veneto del 14/5/2020

Fino a qualche mese fa non sapevo se sarei riuscita a pubblicare “Come l’orchidea nel cemento”. Sapevo che avevo bisogno, da tempo, di esprimere delle emozioni che avevano bisogno di fluire e ho iniziato a farlo per me e poi per chi si riconosceva in quelle parole e mi scriveva e mi raccontava la sua di storia, privatamente. Prima di riuscire a pubblicare, ho fatto una ricerca accurata su case editrici e agenti letterari perché quando scrivi qualcosa che senti tanto e avverti come parte di te, vuoi che trovi la sua “casa”. Ho sempre scritto la notte, nei ritagli di tempo, in treno, mai perché dovevo scrivere ma sempre perché ne avevo bisogno. È un libro che affronta tanti temi e rappresenta un percorso, quasi un’evoluzione nella gestione e accettazione delle emozioni e del proprio modo di essere, dal 2017 al 2019. Sentivo di avere la necessità di veicolare un messaggio (che non è solo mio) che premeva per uscire ma, non avendo nulla da insegnare e tanto da apprendere, non volevo scrivere consigli (quando li dai, poi, tendenzialmente fai l’opposto). L’unico modo era metterci la faccia, espormi, come ho sempre fatto, perché fa parte di me. Il libro non è mai partito con l’intento di essere il “libro del secolo”, ma sicuramente vuole dare voce a chi non ne ha avuta, a chi non ha la forza di farlo. Ho iniziato con delle idee e un sogno, non sapevo come sarebbe andata. Poi Dialoghi mi ha chiamata, dopo alcuni mesi. Essendo del Centro Italia, ignoravano assolutamente chi fossi, ero XY che aveva inviato un testo che sarebbe stato valutato da un comitato di lettura (penso sia sempre importante mettersi alla prova). E quando mi ha chiamato il Direttore per darmi la lieta notizia, a febbraio, ricordo che l’ho tenuto un’ora al telefono (sono notoriamente logorroica ?). Sono grata, e lo dirò sempre, a chi mi ha dato un’opportunità (di questi tempi non è scontato), è un punto di partenza.
Grazie a tutti per l’affetto

Grazie al Messaggero Veneto e a Fabiana Dallavalle per aver affrontato questo tema.

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